Chiedere il rimborso per spese mediche in thailandia
Richiedere il rimborso per la spese medico sanitarie sostenute in Thailandia.
(Aggiornato il 07/12/2019)
Tutti i cittadini italiani iscritti al servizio sanitario nazionale (S.N.N.) e i loro familiari che si recano in Thailandia per motivi di lavoro, per studiare con borsa di studio o per altri motivi specificati Dpr 618 del 1980 possono richiedere il rimborso per le spese di assistenza medica sostenute in uno stato non convenzionato con l’italia.
Il rimborso sarà in via indiretta questo significa che prima dovrete provvedere voi stessi a pagare la spese sostenute e poi chiedere il rimborso.
La richiesta di rimborso per le spese mediche sostenute va presentata al ministero della salute (vedere sezione informazioni di contatto) ma prima si dovrà presentare la domanda di rimborso con tutta la documentazione all’ambasciata italiana presente in Thailandia o ufficio consolare ENTRO tre mesi dall’accaduto o dall’ultima spesa sostenuta, in caso di impossibilità sarà necessario dimostrare le cause che hanno impedito la presentazione della domanda.
L’ambasciata o il consolato verificherà tutti i documenti forniti (in originale), si preoccuperà di validarla tramite timbro e di tradurla per poi inviarla al ministero della salute e quest’ultimo verificherà la regolarità della documentazione (un’altra volta) e in caso affermativo invierà tutta la documentazione al ministero dell’economia e delle finanze per dare il via alla liquidazione.
Per qualsiasi spesa medica sostenuta e che avete provveduto a pagare sarà necessario e obbligatorio essere in possesso di tutta la documentazione comprovante le spese sostenute, senza queste non sarà possibile ottenere risposta positiva alla richiesta di rimborso!!
Chi può richiederla (Settore Privato):
Lavoratori italiani occupati temporaneamente all’estero alle dipendenze o in rapporto di compartecipazione o di associazione con imprese o datori di lavoro.
Lavoratori residenti all’estero che hanno un rapporto di lavoro disciplinato dalla legge italiana per lo svolgimento dell’attività all’estero.
Religiosi e religiose del clero che svolgono attività lavorativa presso terzi che ricevono una remunerazione equiparata al reddito da lavoro dipendente, ai sensi della legge 222/85 e del D.P.R. 17.2.87, n. 33.
Collaboratori familiari al servizio personale di agenti o funzionari delle rappresentanze diplomatiche e consolari.
Lavoratori autonomi, ivi compresi i liberi professionisti che svolgono all’estero un’attività lavorativa per periodi di tempo limitato, realizzando opere o prestando servizi per conto di un committente all’estero.
Titolari di borse di studio presso università o fondazioni estere legalmente riconosciute.
Cittadini temporaneamente all’estero, titolari di pensione corrisposta dallo stato o da istituti previdenziali italiani, che documentino attività lavorativa all’estero per conto dello stato italiano.
Invalidi di guerra o per causa di servizio residenti all’estero.
Familiari che seguono il lavoratore all’estero o lo raggiungono anche per brevi periodi.
Chi può richiederla (Settore Pubblico):
I dipendenti delle amministrazioni statali in servizio all’estero.
Il personale militare italiano, anche di leva, in servizio all’estero.
Il personale docente o non docente, di ruolo e non di ruolo presso le istituzioni scolastiche e culturali italiane all’estero.
Il personale degli enti pubblici che presti la propria opera lavorativa presso delegazioni o uffici degli enti stessi all’estero.
Impiegati a contratto con rapporto di lavoro regolato a legge italiana, o a legge locale con contributi previdenziali italiani e con assistenza sanitaria garantita dal servizio sanitario nazionale.
Familiari che seguono il lavoratore all’estero o lo raggiungono anche per brevi periodi.
Come richiederla:
Per richiedere il rimborso per l’assistenza medica si dovrà richiedere l’attestato ex art. 15 del DPR 31/7/80, n.618 alla ASL di iscrizione previa presentazione della seguente documentazione:
Per i lavoratori:
Nota di trasferimento all’estero e documentazione comprovante il mantenimento all’assoggettamento al sistema previdenziale italiano.
Per gli studenti:
Documentazione che attesi di essere in possesso di borsa di studio presso Università o fondazioni estere
fotocopia del libretto di iscrizione alla ASL o dichiarazione sostitutiva di certificazione (art. 46 del D.P.R. 28/12/2000, N. 445)
Codice fiscale o dichiarazione sostitutiva di certificazione (art. 46 del D.P.R. 28/12/2000, N. 445)
I lavoratori del settore pubblico possono richiedere il rilascio dell’attestato:
Alla ASL di iscrizione.
Al Ministero della Salute – Direzione Generale per i Rapporti con l’Unione Europea e per i Rapporti Internazionali – Ufficio VI presso il Ministero degli Affari Esteri (MAE).
Informazioni di contatto:
Indirizzo:
Piazzale della Farnesina, 1 – 00135 Roma
Centralino: +39 – 06.36911
Email: ministero.affariesteri@cert.esteri.it
Apertura al pubblico:
Dal Lun al ven dalle 09,00 alle 13,00
Ulteriori informazioni:
I dati sono stati riportati direttamente dal sito del ministero della salute.
Per ulteriori notizie specifiche, per scaricare i moduli necessari e gli attestati fate riferimento alla pagina del sito del ministero della salute.
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interessante . comunque penso che un’assicurazione sanitaria sia sempre meglio . anche perche’ anticipare le spese , non tutti hanno la possibilità . pero’ devo dire che e’ una bella apertura al problema dell’assistenza sanitaria in thailandia.
Ciao Giorgio. Sono d’accordo con te e consiglio sempre anche io a tutti una assicurazione medica però si deve anche considerare il fatto che non sempre le assicurazioni accettino di assicurare qualcuno a priori, vedi chi ha malattie preesistenti che non vengono coperte oppure persone che superano una certa età.
Inoltre anche se il rimborso avviene per modo indiretto se un cittadino italiano non è in grado di coprire tutte le spese è lo stato italiano che deve garantire la copertura o forse è meglio usare la parola “dovrebbe” visto che usufruire dei propri diritti in italia ormai è dibentato un lusso. Ciao.
ciao , lo stato italiano non esiste piu’ , specialmente se deve tutelare il proprio cittadino . io penso che ogni cittadino , recandosi all’estero , di tutte le nazioni , dovrebbe avere una carta di garanzia sulla salute rilasciata dall’autorita’ competente e essere assistito ovunque .
Ho letto il tuo articolo e l’ho trovato corretto ed esaustivo. Desideto porti una domanda: vengo tutti gli anni per 4 mesi in Thailandia a trovare mio figlio che ci lavora. Ovviamente faccio l’assicurazione con Europa Assistance che mi tutela per tutto il periodo. Ma, purtroppo, per motivi di salute devo fare una volta al mese delle analisi del sangue (INR) e queste l’assicurazione non me le rimborsa. Credi possa fare la trafila che tu suggerisci anche venendo con un visto turistico per pensionati? Ti ringrazio molto della cortesia.
Salve Rita, dipende dal costo che deve sostenere per le analisi, sta a lei decidere se ne vale la pena o meno fare tutta la trafila, quello da capire è che non conta con che visto si entra in Thailandia ma il motivo che come specificato nell’articolo: “Familiari che seguono il lavoratore all’estero o lo raggiungono anche per brevi periodi” rientra nella sua situazione. Un’altro scoglio difficile da superare è avere a che fare con l’ambasciata italiana che in fatti di assistenza per procedure “poco importanti” è praticamente inesistente! Saluti.
Buona giornata sono un dipendente trasferito in Thailandia per 3 volte all’anno. Purtroppo mi sono ammalato per 6 giorni con ricovero in ospedale, mi sono pagato le mie spese dell’ospedale di Bangkok. Inviando poi la pratica alla mia ditta in Italia chiedendo il rimborso, ma la ditta non le riconosce dicendomi che sono problemi miei (pensando di essere assicurato). Ora gentilmente esiste un’alternativa alle mie spese mediche ? Grazie mille.
Salve Luigi, bhe interessante la questione…quindi se fosse stato qualcosa di più grave e non fossi riuscito a sostenere le spese cosa sarebbe successo ? per la tua azienda che ti ha spedito a Bangkok saresti potuto anche morire e tanti saluti ??!! L’alternativa è prima di tutto specificare all’azienda che se non ti riconosce le spese mediche ti rivolgerai a qualche sindacato o anche direttamente ad un avvocato e secondo trovare un’azienda per cui lavorare che tenga conto almeno in minima parte al benessere dei suoi dipendenti.
Tu sei andato a Bangkok su mandato e per conto della tua azienda e l’azienda è responsabile per fornirti tutte le garanzie del caso, a meno che non ti abbiano fatto firmare un contratto che dicesse il contrario. Ciao.
Grazie Fausto della risposta. No io non ho firmato nessun contratto che dice il contrario sono più di 8 anni che vado avanti e indietro e non mi e mai successo niente .So solo che queste spese come dici te, mi prenderò un avvocato se non ho alternative. Grazie mille Fausto.
Salve Luigi, 8 anni avanti e indietro per questa azienda senza una copertura sanitaria ??? Interessante, pensa a quanti soldi si sono messi in tasca risparmiando sulla tua pelle. Comunque non sei l’unico tranquillo, di queste problematiche ne sento ogni giorno. Ciao.